Questa sera mi sono messo un'oretta sul balcone con il telescopio, attratto da Giove e Venere che appaiono molto vicini. La distanza minima (apparente) avverrà domani sera, il 13 marzo 2012.
Questo è il sistema solare interno visto con Celestia. Sì, il puntino luminoso al centro è il Sole. Le orbite dei pianeti sono evidenziate, e quella rossa è la nostra. Venere è il secondo pianeta dal Sole, Giove il quinto. Nell'immagine sono dei puntini molto piccoli, ma si può notare il loro allineamento. In realtà sono davvero molto lontani tra loro, ma dal nostro pianeta si vedono apparentemente vicini.
Il mio telescopio è davvero "modello base", ma ho visto comunque la falce di Venere illuminata per metà, e puntando verso Giove ho potuto osservare quattro delle sue lune (fino ad oggi ne conosciamo 63): Ganimede, Callisto, Io ed Europa.
Poi ho girato lo sguardo verso sudest per puntare quella strana "stella" rossastra: Marte, il quarto pianeta del nostro sistema. La sonda Curiosity della Nasa è in viaggio verso il pianeta rosso, dove atterrerà tra 146 giorni per compiere ogni tipo di analisi e per mandarci immagini sicuramente spettacolari.
Il cielo era sereno, la Luna ancora non era sorta. Un po' di osservazione casuale, puntando dove l'occhio nudo vede solo buio: nell'oculare del telescopio centinaia di stelle. Ognuna con la sua storia, forse con i suoi pianeti, forse con i suoi abitanti. Può essere che qualche "stella" fosse in realtà un'intera galassia lontana.
E ho pensato alla frase tipica che si dice in questi casi: "mi sento piccolo in confronto... non siamo nulla".
Io invece mi sono sentito grande. Perché da questa minuscola briciola blu persa nello spazio, noi esseri umani siamo capaci di comprendere quei puntini luminosi che appaiono di notte, sappiamo prevedere i movimenti di tutto il nostro sistema solare, possiamo calcolare quali altre stelle hanno pianeti, in quali di questi pianeti ci può essere acqua liquida, possiamo sognare. Abbiamo capito come funziona la meraviglia in cui siamo immersi. E altrettanto ci resta ancora da scoprire, e non ci fermiamo mai.
Siamo grandi proprio perché facciamo queste cose pur essendo piccoli.
E ciascuno di noi, anche il più inesperto, con un telescopio da 80 euro e un programma opensource come Celestia o Stellarium può partire per l'Universo.