lunedì 7 maggio 2012

La scintilla mai spenta

Più di sei anni, fa, in un mio vecchio blog, avevo scritto questo post:


LA SCINTILLA SOSPESA


Da quando ho lasciato il canottaggio c'è una sola cosa che mi manca. Non è il fiume, che rimane mio perchè sono parte della natura come lui. Non è lo sport, che ritrovo dovunque io vada. Quello che mi manca è un paricolare molto più difficile da inquadrare: la scintilla.

Ci sono alcuni momenti particolari tra allenatore ed atleta (di qualsiasi livello) in cui i due si stanno parlando dal motoscafo alla barca, sul pontile, in palestra, e per un istante nel punto esattamente a metà tra i loro occhi si illumina una scintilla sospesa in aria. I due la vedono, ma non se ne accorgono. La percepiscono, ma non ne parlano. Eppure entrambi vengono per un attimo illuminati in volto da questo strano fenomeno, ed entrambi capiscono, in quell'esatto momento, qualcosa.
Ho una figlia di tre anni. Ma quello di cui parlo non c'entra nulla. Il legame tra me ed Alice è fortissimo, continuo nel tempo, fuori da ogni dubbio. Non c'è scintilla, c'è un torrente di amore.
La scintilla che intendo io scocca tra due persone che sono in qualche modo in conflitto tra di loro, ma che, senza saperlo, vogliono la stessa cosa. E' uno scambio che esiste solo nello sport, e se esiste altrove non è la stessa cosa.
Questo mi manca.
Un paio di sere fa ero in piscina per il tirocinio da assistente bagnanti, e osservavo i corsi di nuoto. La vasca era ribollente di una trentina di ragazzini, cinque istruttori li seguivano dal bordo. Due corsie erano seguite da un ragazzone grintosissimo che stava trasmettendo tutto il suo entusiasmo di atleta ancora in attività.
Ad un tratto ha smesso di gridare. I ragazzi erano tutti attaccati al bordo vasca o alla corsia; alcuni stavano facendo ottimi tempi, alcuni rimanevano indietro ansimanti. Il ragazzone ha cancellato per dieci o quindici secondi la faccia dura, si è accovacciato ed ha scambiato qualche parola con i ragazzi, le cui teste sporgevano dall'acqua e lo guardavano. E' stato come un brevissimo fermo immagine, una fotografia.
E l'ho vista. In piscina, nel rimbombo delle voci e nel caldo della vasca. La scintilla era tra i loro sguardi, ha brillato per un attimo e non mi è sfuggita. So che in quel momento non solo i giovani nuotatori hanno capito qualcosa, so che anche il loro allenatore ha imparato da loro.
Certo che l'ho invidiato. Ma è stata una grande soddisfazione trovarmi in presenza dello sport vero, che ultimamente mi hanno nascosto. Una enorme soddisfazione. (12/04/2006)


Ho rivisto altre volte quella scintilla, e secondo me non sono stato il solo a vederla. L'ho rivista di nuovo anche dalla parte dell'allenatore, ancora una volta sul fiume.
Ma l'ultima scintilla ha brillato davanti a me in modo diverso, perché ero dall'altra parte.
In cerca di ossigeno, con i muscoli doloranti, durante una respirazione a destra di un cento stile. E c'era un ragazzo, ancora bagnato e stanco dopo la sua gara, che mi ha guardato negli occhi attraverso umidità della piscina, schizzi d'acqua e occhialini, gridandomi di andare avanti forte, con le braccia alzate e inclinate in avanti, a nuotare con me.
Scintilla. Virata. Ultimi venticinque.
Grazie, Mattia.

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