giovedì 6 dicembre 2012

A chi serve il Redditest?

Da qualche tempo esiste uno strumento informatico fornito dall'Agenzia delle Entrate: è il Redditest, "un software che consente ai contribuenti di valutare la coerenza tra il reddito familiare e le spese sostenute nell'anno".
In pratica si inserisce il proprio reddito annuo e si risponde ad alcune domande riguardanti il proprio stile di vita, come acquisti di case, automobili, barche, aerei, cavalli da corsa o Space Shuttle. Il programma esegue alcuni calcoli, confronta quello che hai con quello che fai e risponde con una sola parola: "coerente" o "incoerente".
Tutto piuttosto chiaro. Tra poco entrerà in funzione il redditometro, che in pratica dovrebbe avviare in automatico gli accertamenti sulle dichiarazioni sospette, e questo strumento dovrebbe fare da "pre-revisione".

Ma la mia domanda è: a chi serve veramente il Redditest?
Mi spiego meglio: perché un cittadino che dichiara al fisco tutto ciò che guadagna dovrebbe testare la propria coerenza? Se ha comprato qualcosa evidentemente se lo è potuto permettere. Sarebbe come passare apposta davanti all'autovelox per dimostrare a sé stessi che non si stanno superando i limiti di velocità.
Allora chi scarica ed esegue il Redditest?
Ovviamente esiste sicuramente un certo numero di persone che eseguono il test perchè lo ha detto la televisione e "non si sa mai", ma a quanto sembra i numeri sono piuttosto alti.

Ho una risposta che non mi esce più dalla testa: il Redditest è un semplice modo per poter dire "non mi stanno beccando".
E la cosa non mi sembra sinonimo di onestà.

lunedì 7 maggio 2012

La scintilla mai spenta

Più di sei anni, fa, in un mio vecchio blog, avevo scritto questo post:


LA SCINTILLA SOSPESA


Da quando ho lasciato il canottaggio c'è una sola cosa che mi manca. Non è il fiume, che rimane mio perchè sono parte della natura come lui. Non è lo sport, che ritrovo dovunque io vada. Quello che mi manca è un paricolare molto più difficile da inquadrare: la scintilla.

Ci sono alcuni momenti particolari tra allenatore ed atleta (di qualsiasi livello) in cui i due si stanno parlando dal motoscafo alla barca, sul pontile, in palestra, e per un istante nel punto esattamente a metà tra i loro occhi si illumina una scintilla sospesa in aria. I due la vedono, ma non se ne accorgono. La percepiscono, ma non ne parlano. Eppure entrambi vengono per un attimo illuminati in volto da questo strano fenomeno, ed entrambi capiscono, in quell'esatto momento, qualcosa.
Ho una figlia di tre anni. Ma quello di cui parlo non c'entra nulla. Il legame tra me ed Alice è fortissimo, continuo nel tempo, fuori da ogni dubbio. Non c'è scintilla, c'è un torrente di amore.
La scintilla che intendo io scocca tra due persone che sono in qualche modo in conflitto tra di loro, ma che, senza saperlo, vogliono la stessa cosa. E' uno scambio che esiste solo nello sport, e se esiste altrove non è la stessa cosa.
Questo mi manca.
Un paio di sere fa ero in piscina per il tirocinio da assistente bagnanti, e osservavo i corsi di nuoto. La vasca era ribollente di una trentina di ragazzini, cinque istruttori li seguivano dal bordo. Due corsie erano seguite da un ragazzone grintosissimo che stava trasmettendo tutto il suo entusiasmo di atleta ancora in attività.
Ad un tratto ha smesso di gridare. I ragazzi erano tutti attaccati al bordo vasca o alla corsia; alcuni stavano facendo ottimi tempi, alcuni rimanevano indietro ansimanti. Il ragazzone ha cancellato per dieci o quindici secondi la faccia dura, si è accovacciato ed ha scambiato qualche parola con i ragazzi, le cui teste sporgevano dall'acqua e lo guardavano. E' stato come un brevissimo fermo immagine, una fotografia.
E l'ho vista. In piscina, nel rimbombo delle voci e nel caldo della vasca. La scintilla era tra i loro sguardi, ha brillato per un attimo e non mi è sfuggita. So che in quel momento non solo i giovani nuotatori hanno capito qualcosa, so che anche il loro allenatore ha imparato da loro.
Certo che l'ho invidiato. Ma è stata una grande soddisfazione trovarmi in presenza dello sport vero, che ultimamente mi hanno nascosto. Una enorme soddisfazione. (12/04/2006)


Ho rivisto altre volte quella scintilla, e secondo me non sono stato il solo a vederla. L'ho rivista di nuovo anche dalla parte dell'allenatore, ancora una volta sul fiume.
Ma l'ultima scintilla ha brillato davanti a me in modo diverso, perché ero dall'altra parte.
In cerca di ossigeno, con i muscoli doloranti, durante una respirazione a destra di un cento stile. E c'era un ragazzo, ancora bagnato e stanco dopo la sua gara, che mi ha guardato negli occhi attraverso umidità della piscina, schizzi d'acqua e occhialini, gridandomi di andare avanti forte, con le braccia alzate e inclinate in avanti, a nuotare con me.
Scintilla. Virata. Ultimi venticinque.
Grazie, Mattia.

domenica 8 aprile 2012

Webcam invadente



La tecnologia è una gran cosa, ma non è facile avere tutto sotto controllo.
Magari installi una webcam per tenere d'occhio il tuo giardino, il tuo negozio, il salotto della nonna anziana o il lettino del tuo bimbo. Dal tuo punto di vista, credi di avere una specie di telecamera a circuito chiuso accessibile soltanto da te. E invece è una webcam, che usa la rete internet. E le tue immagini private sono protette solo a una password.
E c'è di peggio, se la tua webcam è una TRENDnet, è molto probabile che soffra di una falla di sicurezza che fa sì che chiunque possa vedere le immagini senza superare nessun sistema di sicurezza. Basta conoscere l'indirizzo IP e aggiungere "/anony/mjpg.cgi".
E così si può guardare in un ristorante di Chattanooga [64.139.72.161] oppure in un negozio di generi alimentari di Lima [190.223.164.185]. E anche in un sacco di luoghi privati. Tra l'altro, con un qualsiasi servizio WhoIs ci si può avvicinare notevolmente a localizzare la webcam.
Il tutto è stato scoperto a febbraio da Console Cowboys.


Per cui:
1. Se per caso chi legge ha una di queste webcam invadenti, si affretti a scaricare l'aggiornamento da qui.
2. Nulla è completamente sicuro. Se non volete guardoni, niente webcam. Anche quella che avete sul vostro monitor è accessibile, ricordatevelo.

lunedì 12 marzo 2012

"Oh my God, it's full of stars!"

Questa sera mi sono messo un'oretta sul balcone con il telescopio, attratto da Giove e Venere che appaiono molto vicini. La distanza minima (apparente) avverrà domani sera, il 13 marzo 2012.

Questo è il sistema solare interno visto con Celestia. Sì, il puntino luminoso al centro è il Sole. Le orbite dei pianeti sono evidenziate, e quella rossa è la nostra. Venere è il secondo pianeta dal Sole, Giove il quinto. Nell'immagine sono dei puntini molto piccoli, ma si può notare il loro allineamento. In realtà sono davvero molto lontani tra loro, ma dal nostro pianeta si vedono apparentemente vicini.

Il mio telescopio è davvero "modello base", ma ho visto comunque la falce di Venere illuminata per metà, e puntando verso Giove ho potuto osservare quattro delle sue lune (fino ad oggi ne conosciamo 63): Ganimede, Callisto, Io ed Europa.
Poi ho girato lo sguardo verso sudest per puntare quella strana "stella" rossastra: Marte, il quarto pianeta del nostro sistema. La sonda Curiosity della Nasa è in viaggio verso il pianeta rosso, dove atterrerà tra 146 giorni per compiere ogni tipo di analisi e per mandarci immagini sicuramente spettacolari.
Il cielo era sereno, la Luna ancora non era sorta. Un po' di osservazione casuale, puntando dove l'occhio nudo vede solo buio: nell'oculare del telescopio centinaia di stelle. Ognuna con la sua storia, forse con i suoi pianeti, forse con i suoi abitanti. Può essere che qualche "stella" fosse in realtà un'intera galassia lontana.

E ho pensato alla frase tipica che si dice in questi casi: "mi sento piccolo in confronto... non siamo nulla".
Io invece mi sono sentito grande. Perché da questa minuscola briciola blu persa nello spazio, noi esseri umani siamo capaci di comprendere quei puntini luminosi che appaiono di notte, sappiamo prevedere i movimenti di tutto il nostro sistema solare, possiamo calcolare quali altre stelle hanno pianeti, in quali di questi pianeti ci può essere acqua liquida, possiamo sognare. Abbiamo capito come funziona la meraviglia in cui siamo immersi. E altrettanto ci resta ancora da scoprire, e non ci fermiamo mai.
Siamo grandi proprio perché facciamo queste cose pur essendo piccoli.

E ciascuno di noi, anche il più inesperto, con un telescopio da 80 euro e un programma opensource come Celestia o Stellarium può partire per l'Universo.

mercoledì 25 gennaio 2012

Ready Player One

Avere la febbre per due giorni. Ed avere la fortuna di aver appena comprato Player One di Ernest Cline.
Un libro spettacolare per tutta la mia generazione, e oltre. Non riesci a chiuderlo, devi girare pagina. Adesso che l'ho finito vorrei dimenticarlo per rileggerlo. Come scrive Mugiwarablog, non si tratta di un capolavoro letterario, ma leggerlo è bellissimo.
Un'avventura incredibile attraverso l'universo digitale degli anni 80, visto dal futuro del 2044.
Vi dico solo che l'autore ha una Delorean con led oscillante alla Kitt la cui targa è ECTO88 (non ci credete? eccola).
Volete sapere qualcosa in più su questo libro prima di accaparrarvelo?